Ordet

Il ragnetto morto che i bimbi hanno scovato ieri mattina, indagando con la lente d’ingrandimento tra le piante del terrazzino, è finito su di un foglio bianco. Alice lo ha identificato sul libro di scienze, almeno così crede, e lo ha descritto con toni affettuosi. Il foglio è stato lasciato in bella vista accanto al letto.
Il ragno è stato gettato via, stanotte.
Questa mattina i bimbi non lo hanno trovato. Ci hanno pensato un po’ su e poi hanno concluso che non fosse morto: era solo svenuto, o stanco. Ora è ritornato tra le piante, e speriamo che torni a trovarci.
Solo dei bambini è il regno dei cieli.

Viaggi minimi – Berlino 4

Ora che il comunismo e’ morto e nulla lascia presagire che ritornera’, posso anche scrivere che i palazzi della Karl Marx Allee sono il posto dove preferisco passeggiare. Sparuti negozi, altro che gli albergoni e i caffe’ di Unter Der Linden. Ampi spazi. Gente in bici.
Alexanderplatz e’ uno spazio sbilenco e sgraziato, quasi deforme, eppure finisco sempre per gravitare li’ attorno. Quanto vuoto in mezzo a tutto questo pieno. Qui tutto puo’ succedere. E non importa se non succedera’.

Viaggi minimi – Berlino 3

Delle città visito sempre i cimiteri. Nessun riflesso tardoromantico. Amo i parchi, mi piacciono le storie delle persone.
Berlino ne ha tanti, di cimiteri. Poca monumentalità. Quello in cui sono capitato si chiama Dorotheenstädtischer Friedhof e ospita storie illustri, eppure non si direbbe. Non ha niente del Pere Lachaise, di Staglieno o di Highgate. Qui le sepolture sono modeste, una accanto all’altra, quasi un socialismo della morte. C’e qualcosa di familiare, forse addirittura di rustico.
Hegel, sì, proprio il tronfissimo Hegel, riposa modestamente accanto a Fichte, ed entrambi con le consorti. Li potresti immaginare come commensali ad una tavolata di periferia, in una sera di tarda estate.
Brecht e la moglie, due pietre con i nomi ricoperte da fiori di campo, sotto la finestra di casa. Più familiare di così.

Viaggi minimi – Berlino 2

Il rococo’ di Potsdam immerso nel realismo socialista dei palazzi della DDR. E’ bello essere qui, in questo mattino smisurato, nel parco deserto, ventoso, interamente mio. E’ bello sorridere delle dorature dei palmizi del padiglione cinese, la macchina fotografica in mano, il cappellino da turista americano, respirando finalmente aria, lontano da tutto.
Se i miei occhi potessero inquadrare ogni singolo dettaglio, se la memoria riuscisse a trattenerli, potrebbe essercene abbastanza per riempire mille quaderni. Ma ci sono solo mani che incorniciano orizzonti, pensando cosi’ di congelarli, trattenerli, e poi trasmetterli. Ma trasmetterli a chi? Chi sono io, di chi le mani che afferrano un panino al sesamo nella panetteria, di chi gli occhiali, le scarpe, la figura riflessa malamente nello specchio appannato?

Viaggi minimi – Berlino 1

Lo sai, per me ogni citta’ e’ principalmente un odore, piu’ odori.
Berlino e’ curry dolciastro, kebab e paprika, carta di giornali stropicciata, freni di biciclette.
Nelle piazze ci sono bambini che giocano. Li vedo, dappertutto, sudati, con i capelli appiccicati alla fronte.
Sono a Prenzlauer Berg, corrono accanto a me nei palazzi turchi di Kreuzberg.