Heiner Müller 1929 - 1995


Autoritratto alle due di notte, 20 agosto 1959

Sedere davanti alla macchina per scrivere. Sfogliare
Un romanzo poliziesco. Sapere alla fine
Quel che sai già ora:
Il segretario dal viso smunto e dalla barba folta
È l'assassino del senatore
E l'amore del giovane sergente della omicidi
Per la figlia dell'ammiraglio è ricambiato.
Ma tu non tralascerai neppure una riga.
Ogni tanto voltando pagina un rapido sguardo
Al foglio bianco nella macchina per scrivere.
Dunque ci verrà risparmiato almeno questo. È già qualcosa.
Sul giornale: da qualche parte un villaggio
È stato raso al suolo dalle bombe.
È increscioso, ma cosa ti riguarda.
Il sergente è in procinto di impedire
Un secondo omicidio, sebbene la figlia dell'ammiraglio
Gli offra le labbra (per la prima volta!), ma il servizio è servizio.
Non sai quanti morti ci siano stati, il giornale non c'è piú.
Accanto tua moglie sogna il suo primo amore.
Ieri ha tentato di impiccarsi. Domani si taglierà
I polsi o che so io. Almeno ha un obiettivo
Davanti a se. Che raggiungerà in un modo o nell'altro
E il cuore è un cimitero spazioso.
La storia di Fatima sul Neues Deutschland
Era scritta cosí male che ti è venuto da ridere.
È piú facile apprendere la tortura
Che a descrivere la tortura.
L'assassino è caduto nella trappola.
Il sergente chiude il premio tra le braccia.
Ora puoi andare a dormire. Domani è un altro giorno.

Ibsen ovvero la morte come embrione attraversando una città estranea

per Fritz Marquardt

Nella mensa del Berliner Ensemble
Che dalla caduta del muro si chiama CASINO
Nel teatro dopo Brecht una conversazione su Ibsen
Lento rientro a casa attraverso la città estraea
In cui ho vissuto cinquant’anni
Ibsen rinchiuso nel suo piccolo stato
Con l’esplosivo nel cervello troppo gravato
Col suo amore proibito E da ogni parte
Applaudito a morte Che gli lascia il tempo
Per un’opera tarda con moto ondoso e valanghe

Traduzione di Manuela Alessandra Poggi

Ibsen oder der tod als embryo fahrt durch eine fremde stadt

Für Fritz Marquardt

In der Kantine des Berliner Ensembles
Die seit dem Mauerfall CASINO heißt
Im Theater nach Brecht ein Gespräch über Ibsen
Langsame Heimfahrt durch die fremde Stadt
In der ich gelebt habe fünfzig Jahre lang
Ibsen eingesperrt in seinen Kleinstaat
Mit dem Sprengstoff in seinem zu schweren Gehirn
Seiner verbotnen Liebe Und der allseits
Applaudierten zum Tod Der ihm Zeit läßt
Für ein Spätwerk mit Lawinen und Seegang

Nello specchio il mio corpo tagliuzzato

Nello specchio il mio corpo tagliuzzato
Diviso nel centro dall’operazione
che mi ha salvato la vita Per cosa
Mi chiedo guardandomi allo specchio
Per un bambino una donna un’opera tarda
Imparare a vivere con metà macchina
Vietato respirare mangiare la domanda Per cosa
Che esce troppo facilmente dalle labbra La morte
È cosa semplice di morire è capace un idiota



Im Spiegel mein zerschnittener Körper

Im Spiegel mein zerschnittener Körper
In der Mitte geteilt von der Operation
die mein Leben gerettet hat Wozu
Frage ich mich beim Blick in den Spiegel
Für ein Kind eine Frau ein Spätwerk
Leben lernen mit der halben Maschine
Atmen essen Verboten die frage Wozu
Die zu leicht von den Lippen geht Der Tod
Ist das Einfache sterben kann ein Idiot

Heiner Müller
Heiner Müller
Heiner Müller
Heiner Müller
la tomba di Heiner Müller
La tomba di Heiner Müller a Berlino

Il profumo della carta